Il sigillo di Fritz von Hülben, ex doganiere a Tell 1336

1336 febbraio 18, Merano

in quorum omnium testimonium presentes litteras dicto domino nostro dedimus manu pubblica scriptas et sigillo pendente mei prescripti Fritzonis proprio roboratas

Cera vergine, rotondo (Ø mm 21), pendente con tenia in pergamena, leggermente danneggiato e consumato, nel verso un'impronta digitale.
Leggenda in maiuscola gotica tra filetti perlinati:
S(igillum) FRITSONIS [DE] TELLA

In campo tondo su fondo liscio uno scudo appuntato con un paio di chele di gambero.

Bolzano, Archivio di Stato, archivio vescovile di Bressanone, diplomatico, doc. n. 2160 (C. 107, 4 C)

Fritz von Hülben, che si dichiara ex doganiere di Tell e figlio del defunto Friedrich, camerario di Tirolo, potrebbe corrispondere a Fritz, figlio di Friedrich von Weingart, giudice di Passiria. Apparterrebbe pertanto a quella cerchia di persone della Val Passiria esenti da imposte, in quanto obbligate a prestare servizio armato per i signori di Tirolo, da ricollegare alla presenza di mansi dotati di torre, detti in seguito Schildhöfe. Il suo cognome potrebbe derivare dallo Schildhof Pseirer o Turn, che veniva chiamato anche Hilb o Hülb. Tra gli appartenenti a questo gruppo di funzionari, strettamente imparentati tra loro, si trovano giudici, doganieri, esattori. Fritz von Hülben disponeva dello stesso sigillo di suo zio Thomas Stepflin da Merano; era probabilmente imparentato anche con gli Steinhauser, che, a partire dalla seconda metà del XIV secolo, adottano nello stemma le due chele di gambero.
Nel 1336 Fritz von Hülben sigilla la reversale per il vescovo Alberto di Bressanone, nella quale, assieme alla moglie Katherina, figlia di Berthold Grumser, Mair in Korn a Lagundo, dichiara di aver ricevuto il manso vescovile sito presso la chiesa parrocchiale di Lagundo, che era stato restituito da Lorenz der Schmied di Lagundo con il consenso della moglie Diemut e del figlio Ulrich. Il sigillo serve in questo caso come ulteriore convalida della reversale rogata dal notaio Eberhard di Merano e sottoscritta anche dal notaio David di Merano, e viene apposto per conformarsi alla tipologia documentaria usuale nel vescovado di Bressanone: l'atto sigillato.

Testo di Gustav Pfeifer

fritz